MISC. / Ambr. 019 - Bologna, Chiesa di San Michele in Bosco: esterno
N. inv. | MISC. / Ambr. 019 |
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Titolo proprio | Bologna, Chiesa di San Michele in Bosco: esterno |
Titolo attribuito |
Notizie storico artistiche
Fondo | Miscellanea - Raimondo Ambrosini |
Serie | "Vecchia Bologna. Figure di cose scomparse o modificate" |
Oggetto | Positivo |
Forma Specifica dell'Oggetto | stampa su carta |
Soggetto | Bologna, Chiesa di San Michele in Bosco: esterno |
Autore | |
Stampatore/Editore | |
Cronologia | |
Luogo della ripresa | Bologna |
Data della ripresa | prima del 1890 |
Materia e Tecnica | albumina |
Misure (in cm; hxb) | 19x26 |
Misure negativo (in cm; hxb) | prima del 1890 |
Indicazione di colore | b/n |
Luogo e anno di edizione | |
Timbro di spedizione (luogo e data) | |
Iscrizioni | Sul recto della pagina che fa da cartoncino di supporto alla stampa sono presenti il numero manoscritto "15" e l'iscrizione manoscritta "a". |
Iconografia | |
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Bibliografia | "Raccolta di opere riguardanti Bologna nella Biblioteca di Raimondo Ambrosini", Bologna, Tip. Garagnani, 1906, p. 203, cat. n. 2997 |
Mostre | |
Nota | Il complesso di San Michele in Bosco è uno dei più antichi insediamenti religiosi sorti nel suburbio di Bologna. E' ricchissimo di opere d'arte, tra le quali si ricordano il refettorio con "La cena di Gesù e Maria" dipinta da Giorgio Vasari e i due chiostri affrescati da Ludovico Carracci con i suoi allievi. Nel 1798, in seguito alla soppressione napoleonica, il complesso venne utilizzato prima come caserma, poi come carcere e, successivamente, come residenza del legato pontificio e del re d'Italia. Verso la fine del XIX° secolo se ne decise la trasformazione in ospedale e si provvide al restauro completo delle strutture, anche grazie ad un cospicuo lascito del chirurgo Francesco Rizzoli, cui il nuovo edificio fu in seguito intitolato. L'ospedale fu inaugurato nel 1896. I monaci olivetani tornarono ad officiare nella loro chiesa nel 1933. Questa fotografia è sicuramente precedente al 1890, anno del restauro del campanile su progetto di Tito Azzolini, amico e maestro di Alfonso Rubbiani. Nel 1862, infatti, la torre aveva subito la demolizione dell'antica guglia a bulbo di tipo veneto (che era stata sostituita da una terrazza recinta da balaustrini) per essere trasformata in osservatorio militare. |